giovedì 29 agosto 2019

“Donne in prigione si raccontano” - Docu-film di Jo Squillo in collaborazione con Auser Lombardia


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“Donne in prigione si raccontano”: questo il titolo del docu-film diretto da Jo Squillo (scritto con Giusy Versace e Francesca Carollo) all’interno della sezione femminile della casa Circondariale di San Vittore a Milano, che viene presentato alla 76^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (giovedì 29 agosto presso l’Hotel Excelsior, al Lido di Venezia).

Alla presentazione intervengono anche tre donne, attualmente detenute a San Vittore, che hanno partecipato alla realizzazione del documentario e che sono state scelte in considerazione del significato che ciò ha avuto nel loro percorso di recupero.  
Il documentario è stato realizzato in collaborazione con Auser Regionale Lombardia e fa parte di un progetto di solidarietà della onlus Wall of Dolls, promossa proprio da Jo Squillo contro la violenza sulle donne. “Cosa spinge una donna a commettere un reato? Questa è la domanda che mi ha fatto nascere l’idea del cortometraggio – dichiara Jo Squillo – e ho deciso di svilupparla dando un taglio assolutamente unico rispetto a ciò che è stato visto finora: sono state le detenute stesse a riprendersi e raccontarsi. Abbiamo infatti organizzato a San Vittore, nell’arco di tre mesi, un corso professionale per video-operatore che ha dato alle ragazze le competenze necessarie, che potranno spendere anche in un  futuro lavorativo. Abbiamo raccolto moltissimo materiale, oltre 8 ore di riprese, e a Venezia porteremo solo un estratto. Ho dato voce a una realtà di dignità, in cui la maggior parte delle donne ha un grande coraggio nel testimoniare la propria rinascita, anche attraverso il coro creato presso la sezione femminile da Auser Regionale Lombardia”.
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Dal mese di marzo 2016 Auser Regionale Lombardia gestisce a San Vittore il coro gospel delle detenute, con la direzione artistica di Sara Bordoni e Matteo Magistrali; la canzone originale con cui si chiude il cortometraggio ha le parole toccanti di una giovane donna detenuta che proprio in carcere ha scoperto il proprio talento, mentre la musica porta la firma di Matteo Magistrali e l’arrangiamento è opera di Pippo Muciaccia.

La parola cantata è molto potente nel riconnettere ciascuna persona alle proprie emozioni e questo principio è risultato molto valido nel percorso affrontato da donne che hanno sicuramente infranto le regole, ma che hanno storie segnate da abusi fisici e psicologici che sono stati decisivi nel condurle alla devianza. L’espressività del canto richiede e permette di ritrovare la propria ricchezza interiore, per tornare ad attingere a una gamma di emozioni dimenticate o negate; la modalità corale, inoltre, potenzia la capacità relazionale, la fiducia nell’altro, la mutua responsabilità nel realizzare un obiettivo comune. Il coro è cresciuto molto velocemente in competenze e varietà di repertorio: ai brani gospel sono stati affiancati pezzi pop e jazz, con incursioni nel cantautorato per esplorare ancora più in profondità le emozioni. Per le ragazze, scoprirsi capaci di produrre bellezza è un passo verso il recupero di sé come essere umano che ha dignità e valore.   
“La missione di Auser è quella di dare valore alle persone a ogni età e in ogni condizione di fragilità – spiega Lella Brambilla, presidente di Auser Regionale Lombardia – e l’idea del coro delle detenute di San Vittore si inserisce in questo contesto, aiutando donne in difficoltà a ritrovare l’autostima e la forza di ricominciare. Auser Lombardia collabora efficacemente con Jo Squillo e con il suo progetto antiviolenza dal 2017, nello specifico l’idea del documentario è nata a seguito del concerto che Jo ha regalato a San Vittore il 7 marzo 2018 e la presentazione a Venezia nell’ambito della Mostra del Cinema ci permette davvero di dare un palcoscenico importante al nostro messaggio sociale”.     
Francesca Masini, funzionario giuridico-pedagogico della sezione femminile della Casa Circondariale di San Vittore, conferma l’importanza dell’arte e della creatività nel processo di riacquisizione del sé: “Sicuramente il coro è rilevante perché insegna alle detenute a stare insieme, a rispettare gli altri e a mettersi in discussione: è un apprendimento che si fa insieme. Il documentario è una tappa significativa per le donne impegnate in questo progetto con un ruolo attivo, perché ha permesso loro di raccontarsi mettendo in ordine la propria biografia e gli eventi devianti in essa contenuti. È inoltre molto motivante per queste donne sapere che c’è qualcuno fuori interessato ad ascoltare la loro storia, qualcuno che vuole capire e non solo giudicare. Dare un nome agli errori e assumersene la responsabilità è un passaggio fondamentale anche dal punto di vista della sicurezza sociale

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Giusy Colmo c/o Presidenza Nazionale Auser
Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione
Via Nizza 154, 00198 Roma
tel. 06-84407725
fax 06/84407777
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sabato 24 agosto 2019

Celebrazione dell'Equinozio d'Autunno 2019 - Concessione patrocinio morale del Comune di Treia


Concessione del Patrocinio Morale, da parte del Comune di Treia, per la manifestazione culturale denominata 
"Celebrazione dell'Equinozio d'Autunno" da tenersi a Treia il 22 settembre 2019.



Delibera Di Giunta
Numero delibera
44
Data delibera
09/08/2019
Oggetto
CONCESSIONE PATROCINIO AL CIRCOLO AUSER TREIA E ALL'ASSOCIAZIONE "ADESSO YOGA" PER L'EVENTO 
 "CELEBRAZIONE DELL'EQUINOZIO D'AUTUNNO" CON ESCURSIONE ERBORISTICA ALLA ROCCACCIA 
E PRESENTAZIONE DEL LIBRO "SUL FONDO DEL BARILE" - 22 SETTEMBRE 2019
Ufficio
AFFARI GENERALI
Segretario verbalizzante
Palmieri Liliana



lunedì 19 agosto 2019

Evoluzione culturale e invecchiamento attivo in comunità, questi i vantaggi dell’Homo Sapiens dalla preistoria ad oggi

“Saper invecchiare è il capolavoro della sapienza, e uno dei più difficili capitoli della grande arte di vivere.”  (Henri Amiel filosofo)  
 
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Un ulteriore vantaggio evolutivo ha contraddistinto lo sviluppo e l’espansione di Homo sapiens, che ha comportato non solo un vantaggio individuale (una più lunga esistenza) ma soprattutto un vantaggio culturale, comportamentale e sociale per tutta la tribù e la specie. In natura gli organismi pluricellulari più evoluti hanno un periodo di vita pari a quello delle loro gonadi o comunque vivono fino a quando sono un grado di riprodursi sessualmente (riproduzione gamica). 

Per esempio nell’agave, che può vivere fino a 50 anni La fioritura avviene una sola volta negli ultimi 6 mesi di vita della pianta e lungo uno stelo legnoso che si genera dal fusto al centro della rosetta e che produce nella metà superiore anche diverse migliaia di fiori. Lo stelo raggiunge in un periodo di 2-4 mesi un’altezza variabile da meno di 2 m (A. parviflora) agli 11 metri (A. americana) ed un diametro fino ai 25 cm. L’agave, però, si riproduce anche vegetativamente (riproduzione agamica, non sessuale) attraverso la formazione di polloni originanti da rizomi, che emergono non molto distanti dalla pianta madre. 
 
L’uomo, invece, sopravvive alle proprie capacità riproduttive, cioè alla funzionalità sia delle ovaie che dei testicoli per alcuni decenni. Le donne, feconde per circa 40 anni (dai 11-13 (menarca) ai circa 50 anni (menopausa)) vivono ancora mediamente più di altri 30 anni e la stessa cosa vale per l’uomo. Infatti, anche se i testicoli continuano a produrre spermatozoi fino ad età avanzata, il maschio ha comunque difficoltà riproduttive sia per il calò della produzione DHEA (deidroepiandrosterone) e di conseguenza di testosterone, sia per la conseguente ridotta libido, sia per la sempre più ridotta funzionalità del pene, sia per la quantità degli spermatozoi e la loro vitalità, fatti che riducono la possibilità della fecondazione, sia per i danni genetici che il tempo apporta agli spermatozoi, danni da cui può dipendere una scarsa vitalità di un eventuale embrione, che spesso viene precocemente abortito). Insomma il genere homo vive circa il doppio delle proprie gonadi. E ciò ha rappresentato un ulteriore enorme vantaggio evolutivo.   
 
Un “cucciolo” umano alla nascita è inerme ed ha bisogno di molti anni per raggiungere l’autonomia dai genitori sia per il sostentamento che per l’autoprotezione. Infatti le mamme avevano estrema difficoltà a procurare cibo e protezione per se stesse e i loro piccoli: accudire ai figli diventava un compito di ogni familiare e di tutta la tribù. Tale comportamento, apparentemente negativo, è stato, invece, fortemente propulsivo da un punto di vista evolutivo: il suo significato sociale è evidente: l’evoluzione ha selezionato persone capaci di tessere forti legami familiari e sociali, un forte sentimento di appartenenza, di comunità, di solidarietà. 
 
A ciò va ad aggiungersi un ulteriore vantaggio selettivo, quindi evolutivo, vantaggio derivante dal fatto che homo sapiens vive circa il doppio di anni di quelli delle proprie gonadi. Infatti, come già descritto, il genere umano si evolve da circa 70mila anni, cioè dal momento della “rivoluzione cognitiva”, solo culturalmente: infatti se per passare dalla invenzione della ruota ai computer sono trascorse poche decine di migliaia di anni (circa 500 generazioni di evoluzione culturale) mentre la scimmia ha “impiegato” 2,5 milioni di anni (circa 100mila generazioni di evoluzione biologica) per diventare Homo sapiens. 
 
Proprio per l’importanza dell’evoluzione culturale che il carattere genetico della sopravvivenza alle proprie gonadi è stato selezionato e fissato nel genoma umano. Infatti, l’uomo, dopo aver lasciato ai propri discendenti l’eredità “chimica” del proprio DNA attraverso la riproduzione sessuale è stato “chiamato” dall’evoluzione culturale a lasciare ai propri figli e nipoti anche la più preziosa eredità esperenziale e sapienziale durante i 30-40 anni di vita successivi all’inaridimento delle gonadi ma estremamente fecondi nell’accumulo di saggezza, esperienza e cultura. Il “vecchio” saggio, pertanto, ha rappresentato un doppio vantaggio per le generazioni successive poiché ha arricchito la discendenza, e, pertanto, la società umana prima con caratteri genetici selezionati   per dare maggior fitness biologica e successivamente con caratteri culturali che molto più velocemente dei primi facevano crescere la fitness socioculturale. 
 
Lo scrittore Marc Levy questo riconosce alla funzione del vecchio: “Le rughe della vecchiaia formano le più belle scritture della vita, quelle sulle quali i bambini imparano a leggere i loro sogni”, mentre un proverbio africano recita: ”Un vecchio che muore è una biblioteca che brucia.”
 
 Antonello Senni

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mercoledì 7 agosto 2019

Auser Treia - Progetti e programmi autunnali 2019 in collaborazione con varie associazioni locali



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Treia. Via Lanzi

Il 7 agosto 2019, alle ore 18.30, Barbara Rossetti di Adesso Yoga ed il sottoscritto di Auser Treia, hanno incontrato nella sede comunale il vicesindaco David Buschittari ed il consigliere comunale Tommaso Sileoni per proporre all'Amministrazione di Treia alcuni eventi culturali e di solidarietà sociale da svolgersi durante questo autunno. Il primo è la celebrazione dell'Equinozio d'Autunno del 22 settembre (di cui potete leggere qui il programma: https://auser-treia.blogspot.com/2019/08/treia-22-settembre-2019-celebrazione.html).

Il 5 di ottobre, come gruppo di volontariato unitamente all'Avis Treia, siamo stati invitati a collaborare e partecipare alla Festa dei Centenari della Casa di Riposo, presso la quale è già attiva una nostra presenza di compagnia solidale (1).

A completamento dei nostri programmi per l'assistenza alle fasce deboli della città, avviata sin dal 7 marzo (2) assieme alle altre associazioni coinvolte  contiamo di organizzare per il 7 ottobre, presso l'ex Ipsia alle ore 21, un incontro pubblico, in accordo con l'Amministrazione Comunale, per cercare nuove adesioni e quindi partire con il corso per l'assistenza ai ricoverati nella Casa di lunga degenza e cure intermedie di Treia.

Abbiamo poi in progetto una serata culturale di poesie, musica e recitazione da tenere in città verso la metà di novembre, per cui abbiamo chiesto l'uso del Teatro Comunale ed aspettiamo una conferma da parte del Comune (date possibili possono essere: il 9 od il 16 o il 23 novembre). La recita sarà un modo per valorizzare la presenza fantasiosa dei numerosi artisti, poeti e creativi di Treia.

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Infine, a completamento del progetto di rivalutazione della creatività, della produzione agricola ed artigianale locale, abbiamo messo in cantiere la quinta edizione della  Fierucola delle Eccellenze Bioregionali dell'8 dicembre chiedendo l'uso del Mercato Coperto di Treia e la compartecipazione del Comune e la collaborazione di tutte le associazioni e le persone di buona volontà operanti sul territorio.

Per illustrare e cercare nuovi collaboratori a questi progetti e coordinarci organizzativamente ci troviamo l'8 agosto a Passo Treia con gli artisti e poeti del gruppo già operativo e venerdì 9 agosto, alle ore 19, presso la sede Auser Treia (di Via Lanzi 20) per fornire ai volontari, desiderosi di contribuire alla buona riuscita degli eventi, una scaletta particolareggiata dei progetti in cantiere chiedendo la loro disponibilità. Seguiranno altri incontri di coordinamento a mano a mano che i programmi vengono sviluppati.

Paolo D'Arpini - info: 0733/216293 – auser.treia@gmail.com

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Treia. Barbara Rossetti, Paolo D'Arpini, Simonetta Borgiani



P.S. 
Al termine dell'incontro di coordinamento  presso Auser Treia,  di venerdì 9 agosto ore 19,  i partecipanti sono inviati ad  una pizzata sociale  in piazza...


Treia, 22 settembre 2019 Celebrazione dell'equinozio di autunno. Escursione erboristica alla Roccaccia. Presentazione del libro "Sul Fondo del Barile" di Lorenzo Merlo

Treia, 22 settembre 2019 
Celebrazione dell'equinozio di autunno.  Escursione erboristica alla Roccaccia. Presentazione del libro "Sul Fondo del Barile" di Lorenzo Merlo  

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A cura di Auser Treia e Adesso Yoga Treia


I festeggiamenti per l'Equinozio d'Autunno, che si tengono a Treia,  domenica 22 settembre 2019, iniziano  con   un'escursione erboristica alla Roccaccia (San Lorenzo di Treia) in compagnia di  Maria Sonia Baldoni, denominata "La Sibilla delle Erbe".  La partenza in auto è alle ore 10,  appuntamento in fondo a Porta Montegrappa (alla fontanella delle Due Cannelle). La passeggiata termina  con un picnic (con il cibo  da ognuno portato) alla vista del meraviglioso panorama sottostante (in caso di maltempo il picnic si terrà  in un luogo al coperto).

Nel pomeriggio, presso il Centro Adesso Yoga di Via Bellamore 1  (al Rione Borgo di Treia)  incontro, alle ore 17,  per la presentazione del libro di  Lorenzo Merlo,  "Sul fondo del Barile", con  l'introduzione di Paolo D'Arpini e  la moderazione di Barbara Rossetti.

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L'autore sarà presente all'incontro! 

Lorenzo Merlo, autore del libro "Sul Fondo del Barile" (PE Saggistica 2018) è giornalista, fotografo e guida alpina. Ha scritto su diverse testate sportivo-turistiche  occupandosi di ambiente, comunicazione, sicurezza e politica estera.

Al termine della presentazione, e delle domande ed interventi dei presenti, segue brindisi finale.  Per chi ha ancora voglia di stare in compagnia  abbiamo previsto per la sera  una pizzata sociale (in onore di  Caterina Regazzi che compie  60 anni).

Info: auser.treia@gmail.com - 0733/216293
Centro Adesso Yoga - 338.3125143


Breve recensione de "Sul fondo del barile" di Lorenzo Merlo
Il libro, che offre spunti e a volte chiede attenzione, narra lo sfascio delle ideologie della destra e della sinistra, passa dalla genesi del populismo, scorre i limiti del materialismo e quelli di un'umanità ridotta a economia, non tralascia l'egemonia occulta dei poteri finanziari, critica la scienza meccanicistica, osserva l'avvento del sincretismo tra tradizioni sapienziali e nuova scienza, propone una modalità spirituale per sfruttare la crisi totalizzante: identifica la prospettiva attraverso la quale l'uomo del prossimo paradigma vivrà il mondo. Sul fondo del barile, tra le macerie che tengono in piedi pericolanti facciate del passato, c'è la nuce dell'uomo circolare. Sul fondo del barile ha tre lettori: chi trova conforto alle proprie posizioni. Chi è in cerca del significato di apertura. Chi cerca come svincolarsi dalle proprie chiusure.   

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Lorenzo Merlo


Recensione più particolareggiata  del libro "Sul fonde del Barile":
https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2019/05/sul-fondo-del-barile-crisi-sociale-e.html
  

P.S. Per la presente manifestazione è stato richiesto, in data 8 agosto 2019, il Patrocinio Morale del Comune di Treia di Treia



sabato 3 agosto 2019

Treia, agosto 2019 - Cenetta romantica alla Taverna dell'Onglavina e appuntamenti di lavoro


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Treia - La torre longobarda del quartiere  dell'Onglavina 

Caterina ed io siamo a Treia, lei in vacanza ed io di lavoro. Solo che la sua vacanza consiste nel ripulire l'orto dall'eccesso di parietaria e vilucchio, sistemare la casa, rifare i letti ed altre incombenze, mentre il mio lavoro è limitato allo scrivere articoli e resoconti per il Giornaletto di Saul e alle telefonate fatte agli amici, per organizzare i prossimi eventi culturali e sociali dell'Auser Treia. 

Già ieri sera, abbiamo incontrato l'amica Barbara di Adesso Yoga per coordinarci e fissare un primo appuntamento di lavoro per l'8 agosto, a casa di Liana a Passo Treia (alla quale facciamo gli auguri di pronta guarigione per la sua caviglia infortunata). Dobbiamo decidere con gli altri volontari, attori e poeti e musicanti come quando e dove prevedere un prossimo evento culturale pubblico da svolgersi qui a Treia in autunno. Nonché stabilire l'andamento e l'ubicazione per la Fierucola delle Eccellenze Bioregionali dell'8 dicembre, che vorremmo tenere al centro storico. Ma oltre a questo dobbiamo anche coordinarci e stabilire un calendario di attività di volontariato assieme all'Avis Treia.

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Treia. Un coordinamento del volontariato Avis, Auser e Adesso Yoga

Per queste ragioni dovremo darci una bella mossa per ottemperare a tutte le incombenze, non ultima la Festa dell'Equinozio d'Autunno del 22 settembre 2019. Insomma il dovere ci chiama, anche se è un dovere amato e rispettato. Diceva infatti Khalil Gibran: "“Se non potete lavorare con amore, ma solo con riluttanza, allora è meglio lasciare il lavoro e sedere alla porta del tempio e accettare elemosine da chi lavora con gioia...”

Ovviamente la nostra tecnica lavorativa comprende anche la gioia ed è per questa ragione che la sera del 2 agosto 2019 ci siamo recati alla Taverna dell'Onglavina per uno spuntino casareccio (antipastino misto per Caterina e caprese per me). 

Tommaso Sileoni

Qualcuno potrebbe chiedersi "come mai all'Onglavina che voi abitate nel quartiere di Vallesacco?". La verità è che a Vallesacco c'era solo un menù carnivoro mentre all'Onglavina servivano la caprese vegetariana... 
Lì siamo stati accolti bene dal cameriere volontario Tommaso Sileoni e per fortuna abbiamo trovato un tavolinetto per due nel salone interno, romantico e riparato dal vento che annunciava bufera...

Alla prossima, Paolo D'Arpini e Caterina Regazzi


Treia. Caterina Regazzi e Paolo D'Arpini nella Taverna dell'Onglavina


Post scriptum di Caterina Regazzi: "A proposito del lavoretto che svolgo a Treia questa volta mi è presa con l'orto: ormai di erbe spontanee ce n'è sono rimaste ben poche. La fa da padrona la parietaria che ha invaso quasi tutto sacrificando le altre (malva, finocchiella,  lattuga selvatica, ecc.) cosi ho deciso che tutte le mattine, per un'oretta mi dedico a cercare di estirparla o almeno limitarla. Stamattina, fra la parietaria, ho trovato un "allevamento" di lumache. Quello è  stato sempre un problema di questo orto tanto che qualche anno fa avevamo portato qui con Paolo da Spilamberto 2 galline di un allevamento a fine carriera che qui sopravvissero  ancora un paio d'anni, ma di lumache, non sapendo cosa fossero, non avendone mai vista una, credo non ne abbiano mai mangiate. Le ho raccolte in un contenitore. Oggi pomeriggio durante la passeggiate, le libereremo in qualche posto selvatico. Insomma a Treia volendo,  non ci si annoia mai..."


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Menù della Locanda dell'Onglavina di Treia