sabato 19 dicembre 2020

Auser, e il suo impegno per promuovere l’invecchiamento attivo, segnalata come buona pratica a livello internazionale




L’OMS ha presentato il 17 dicembre 2020 con un evento online "Decade of Healthy Aging 2021-2030" (Decennio per l'Invecchiamento Sano), nel quale l’associazione Auser e le attività che svolge in tutta Italia per promuovere l’invecchiamento attivo, è indicata come buona pratica a livello internazionale per facilitare il raggiungimento degli obiettivi.

Auser saluta l’avvio del decennio 2021-2030 dell’Invecchiamento in Buona Salute, inaugurato dall’Organizzazione Mondiale della Salute con uno studio mondiale sulle condizioni di invecchiamento e buone pratiche cui hanno contribuito 100 differenti organizzazioni, con 350 studi di caso in 55 paesi in tutto il mondo. Fra questi anche l’Auser  è stata indicata come un attore attivo nella costruzione di ambienti che favoriscano l’invecchiamento in buone condizioni di salute, valorizzando le competenze delle persone di ogni età e fornendo assistenza concreta al fine di soddisfare alcuni dei bisogni primari legati al sopraggiungere dell’età anziana.

“Lo studio ci aiuta a focalizzare quanto (e quanto poco!) sappiamo delle persone anziane e delle loro reali priorità” ha detto il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus. 

L’obiettivo di questo Decennio dell’Invecchiamento in Buona Salute è contribuire a fornire risposte concrete in un approccio olistico basato sia sulla cura e tutela delle persone anziane sia sulla costruzione di ambienti accoglienti che ne favoriscano la partecipazione in società eque e inclusive.
Ciò che si sta constatando è la necessità di disporre di molti più dati in forma disaggregata, con spaccati per precise fasce di età, che aiutino a ricostruire ed articolare una visione condivisa di invecchiamento in salute, e che diano la possibilità di confrontare le situazioni di differenti paesi, individuando dove si trovino attualmente e quali miglioramenti possono aspettarsi nei prossimi 10 anni. Lo studio ha evidenziato i progressi fatti nei diversi paesi, secondo 10 indicatori utili a inquadrare la tematica, mostrando al tempo stesso come tali sforzi non siano però omogenei e come la velocità dei processi di miglioramento non sia sufficiente in relazione alle sfide che vengono poste alle nostre società dagli attuali tassi di invecchiamento.

"Questo report servirà come riferimento utile rispetto al quale potremo promuovere l'apprendimento in tutti i Paesi e misurare i progressi verso un invecchiamento in buona salute durante il prossimo decennio - ha detto la dottoressa Ritu Sadana, autrice principale del report e capo dell'Unità Invecchiamento e Salute dell'OMS -. Continueremo a lavorare con i governi, con le altre organizzazioni delle Nazioni Unite, con la società civile e gli esperti mondiali per migliorare le evidenze e le informazioni su tutti gli aspetti dell'invecchiamento in buona salute e per promuovere un effetto duraturo nei paesi. Avere a disposizione una maggiore quantità di dati da comparare ci consentirà di determinare chiaramente il livello di progresso compiuto e di identificare le aree in cui è necessaria ulteriore attenzione".

 

Il contesto in cui è presentato questo report è l'impegno dell'OMS - e del più ampio sistema delle Nazioni Unite - a implementare gli sforzi per migliorare la vita delle persone anziane nel decennio 2021-2030 delle Nazioni Unite recentemente designato. L'OMS pubblicherà relazioni sui progressi nel 2023, 2026 e 2029.


Giusy Colmo
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