lunedì 13 agosto 2018

Resoconto del pellegrinaggio alla grotta di Santa Sperandia del 12 agosto 2018



L'immagine può contenere: 5 persone, tra cui Maria Sonia Baldoni, spazio all'aperto


Carpino, corniolo, caprifoglio. Se, come diceva Libereso Guglielmi (citato da Sonia Baldoni durante la passeggiata di  domenica 12 agosto 2018), si può pensare di imparare a conoscere una pianta a settimana, io, che sono una gran smemorata e confusionaria e non mi ricordo i nomi, neanche delle persone, forse, dico forse, oggi posso dire di aver imparato a riconoscere queste  tre (che avevo già visto tante volte). Stavolta sono stata più attenta del solito, e ho trovato riferimenti e particolari che spero non dimenticherò tanto facilmente.
Per differenziare il corniolo sanguinello dal Cornus mas, quello che fa le bacche rosse , ci vorrà ancora qualche incontro con la nostra Sibilla delle erbe.

La partenza dal Circolo Vegetariano, al solito, ha comportato qualche ritardo, prima di arrivare alla Fontanella delle Due Cannelle è trascorsa quasi un’ora.  Un gruppetto che veniva in parte da Lecco aveva lasciato la macchina su a qualche parcheggio non meglio identificato. Mi sono offerta di accompagnare il guidatore, Francesco e, cammina cammina, siamo arrivati fino all’ospedale ed oltre. Meno male che, a parte il mal di schiena, le gambe lavorano ancora decentemente, specialmente in piano o leggera salita. Che sollievo poi salire su quella auto e raggiungere gli altri alla fontanella in men che non si dica! Nel frattempo erano arrivati tutti quelli che dovevano esserci, Sonia compresa.

Mancavano alcune persone attese, treiesi per lo più, ma pazienza, come si dice “c’era chi ci doveva essere”! Dopo baci e abbracci e divisione nelle auto partenza. Le curve della strada per San Lorenzo, per me sono sempre un sogno. Andrea e Barbara, che ci ospitavano gentilmente nella loro auto, ci hanno mostrato infrascata tra gli alberi, la casa dove hanno abitato per 15 anni. Un posto da sogno (ma è bello anche verso Passo Treia  dove vivono ora).

Arrivati  alla spianata della Croce  ci siamo incontrati con alcuni che erano venuti lì direttamente e siamo corsi all’ombra (il caldo non era indifferente) e abbiamo cominciato a scendere. La “lezione” di Maria Sonia, stavolta, è stata incentrata più che altro sugli alberi e i cespugli del luogo. Le erbe, per via del caldo, erano piuttosto scarse. Ed oltre a quelli citati all’inizio abbiamo visto il ginepro, la quercia, il faggio, la fusaggine, una pianta tintoria di cui non ricordo il nome (chiederò) ed altri. L’elicriso mai manca a San Lorenzo e dintorni, col suo profumo di liquirizia inconfondibile. Sempre un luogo magico.

Giunti alla grotta, visita alla santa o a quel che ne rimane in termini di spirito, condivisione della presenza e del cibo, dopo aver ringraziato il luogo ai quattro punti cardinali, col proposito di agire, dopo aver espresso un proposito e di non rammaricarsi né se questo proposito non si realizza, né se ne esce qualcosa di diverso dall’atteso.

Abbiamo consumato il cibo condividendolo, in parte. Due deliziosi ragazzini, Pellegrino ed Ermete, futuri viaggiatori si spera, distribuivano fettine di mela e chicchi d’uva staccati dal grappolo dalle loro manine sante, in una comunione laica.

Al ritorno io e Paolo, consapevoli che le nostre forze ormai erano pressochè esaurite, siamo partiti per tempo e abbiamo ripercorso la strada con infinita lentezza, fermandoci di tanto in tanto a riposare sui gradini. Il caldo al sole era cocente, ma, per fortuna, l’ombra degli alberi era quasi sempre presente.

Raggiunti dagli altri, dopo i saluti di rito, abbiamo fatto ritorno a casa. Ero talmente stanca che non sono riuscita a fare il riposino, ma, anche per questa volta, ce l’abbiamo fatta!

Caterina Regazzi
*
L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono, albero, pianta, spazio all'aperto e natura
*


Il Corriere Adriatico - 11 agosto 2018


Il Resto del Carlino 10 agosto 2018

1 commento:

  1. “Stavolta la passeggiata alla grotta di Santa Sperandia si è conclusa con una domanda che io e Caterina ci siamo fatti: “Ma l’anno prossimo ce la faremo?”. Il fatto è che affrontare un saliscendi sotto il sole cocente d'agosto mette a dura prova le nostre capacità fisiche (mal di schiena, mal di caviglie, mal di ginocchia, etc.). Malgrado tutto ce l'abbiamo fatta anche quest'anno ma giunti in cima alla salita abbiamo avuto una bella pensata, subito condivisa con Sonia Baldoni e con Giampaolo Damiani. L'anno prossimo l'escursione erboristica sul monte Acuto la faremo il 22 settembre 2019, in corrispondenza dell'equinozio, momento più significativo per “preparare il terreno”... ed anche gli altri si sono detti d'accordo!” (Paolo D'Arpini, presidente di Auser Treia e Circolo Vegetariano VV.TT.)

    RispondiElimina