Respiriamo la stessa aria, beviamo la stessa acqua, calpestiamo lo stesso suolo, siamo abitanti di Treia. Il nostro vivere qui però non è una semplice partitura di servizio. Abbiamo scelto di vivere qui perché questo luogo ci ha chiamati, o ci siamo nati, perché dentro di noi sentivamo lo stimolo di ritrovare un'armonia in noi stessi.
L’esistenza a Treia, soprattutto in questo momento di crisi sociale ed economica, è caratterizzata dalla capacità d’inventarsi la vita, la fantasia del lavoro creativo -della sopravvivenza creativa. Noi che giorno per giorno scegliamo di vivere e lavorare a Treia, senza fuggire altrove, siamo benedetti come pure condannati dal destino. Ci dobbiamo arrangiare senza certezze.
Forse è la condizione di ogni altro essere umano –direte- credo però che qui a Treia, in modo particolare, ognuno di noi ha sentito dentro di sé quel fuoco, quel desiderio di armonia e completezza e quella voglia di esprimersi nel produrre qualcosa di bello, non soltanto per denaro. Che sia agricoltura, arte, artigianato, poesia, canto o teatro è solo il modo intercambiabile.
Proprio per valorizzare questa capacità intrinseca è sorta l’idea di organizzare una festa del lavoro creativo per l'8 dicembre, una semplice fierucola paesana forse ma anche una meravigliosa esposizione campionaria del genio creativo di Treia.
Presso gli antichi piceni, indicati come i primi componenti della comunità treiese, c'era l'usanza di compiere dei riti in concomitanza delle varie stagioni. Verso la fine dell'autunno, attorno ai primi di dicembre, ci si predisponeva alla pausa invernale nel lavoro dei campi. Il momento in cui la natura accoglie i semi e l'uomo si ritira per produrre quelle cose e quegli oggetti che gli saranno necessari per il prossimo anno di lavoro. Quindi questo è un momento creativo, un momento di riflessione e di progettazione.
Tra l'altro in questo periodo si dava maggiore importanza alla socializzazione, come integratore per il mantenimento del patrimonio comune di conoscenze, soprattutto in campo artistico, artigianale, ludico. Il modello culturale e politico delle antiche popolazioni originarie di Treia era basato sul policentrismo, sulla conservazione dell’habitat e sulla diversificazione espressiva, la nostra era una civiltà che sapeva usare le mani ed il cervello per plasmare, forgiare, produrre in modo creativo.
La Festa itinerante dell'8 dicembre, denominata "Fierucola delle Eccellenze Bioregionali", organizzata in collaborazione tra Auser Treia, Circolo VV.TT., comitato Treia Comunità Ideale ed altre associazioni locali si svolgerà quest'anno a Chiesanuova di Treia. (P. D'A.)
Presso gli antichi piceni, indicati come i primi componenti della comunità treiese, c'era l'usanza di compiere dei riti in concomitanza delle varie stagioni. Verso la fine dell'autunno, attorno ai primi di dicembre, ci si predisponeva alla pausa invernale nel lavoro dei campi. Il momento in cui la natura accoglie i semi e l'uomo si ritira per produrre quelle cose e quegli oggetti che gli saranno necessari per il prossimo anno di lavoro. Quindi questo è un momento creativo, un momento di riflessione e di progettazione.
Tra l'altro in questo periodo si dava maggiore importanza alla socializzazione, come integratore per il mantenimento del patrimonio comune di conoscenze, soprattutto in campo artistico, artigianale, ludico. Il modello culturale e politico delle antiche popolazioni originarie di Treia era basato sul policentrismo, sulla conservazione dell’habitat e sulla diversificazione espressiva, la nostra era una civiltà che sapeva usare le mani ed il cervello per plasmare, forgiare, produrre in modo creativo.
La Festa itinerante dell'8 dicembre, denominata "Fierucola delle Eccellenze Bioregionali", organizzata in collaborazione tra Auser Treia, Circolo VV.TT., comitato Treia Comunità Ideale ed altre associazioni locali si svolgerà quest'anno a Chiesanuova di Treia. (P. D'A.)
Per informazioni ed adesioni alla Fierucola potete contattare Caterina Regazzi: Cell. 333.6023090 - Oppure scrivere alla email: auser.treia@gmail.com
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