giovedì 13 maggio 2021

"Il sospiro di Medusa" di Morena Oro - Recensione

 


Nell’epoca in cui si rincorre la bellezza artificiosa elevando a status l’immagine effimera di se stessi, l’unica maniera di affrontare il mostro che alberga in noi o che percepiamo negli altri e avere la salvezza è aggirarlo alle spalle, coglierlo nel sonno e decollarlo, cancellandone il volto, negare perciò quella identità che risiede nei tratti somatici che lo scorrere del tempo acuisce, svilisce, rende sempre più marcati e caratteriali.

Tagliare la testa di Medusa vuol dire quindi rendere sopportabile il mostruoso, il diverso, esponendo solamente il suo simulacro, la sua icona, il suo trofeo. Così facendo saremo protetti dalla morte, dal sesso femminile che potrebbe risucchiare tutto.

La chirurgia plastica portata al parossismo, tenta di fare questo, cancellare lo scorrere del tempo, impedirne il dominio sul nostro volto e intervenire per apportare quelle correzioni artificiose che finiscono per creare distorti prototipi di bellezza, icone grottesche di un’epoca desolante che per combattere i propri mostri ne crea di nuovi.

Ogni epoca, di fatti, ha i propri mostri da distruggere, da decapitare, da affrontare evitando di guardarli negli occhi per non sentirne il peso e la storia.

Vogliamo, di questi tempi, sconfiggere la fragilità legata al tempo che avanza e ci fa sempre più stanchi e provati, vogliamo uccidere la caducità, il sentimento di precarietà percepito come mostruoso, pauroso, inaccettabile quindi da sopprimere con ogni mezzo, attraverso la perdita sistematica della sfera umana legata alla sensibilità, al sentimento, alla dimensione imprescindibile dello spirito e dell’anima.

L’ingiustizia della bellezza che sfiorisce, della vita che ci segna e ci condanna in modi e condizioni che non abbiamo scelto ma che dobbiamo subire come se ci siano imposti da un fato superiore, trovano a volte riscatto illusorio nell’accanimento contro il mostro riflesso che eleviamo a unica degna rappresentazione delle nostre paure più intime e profonde.

Nessun essere umano potrà mai sottrarsi al gioco degli specchi.

Siamo dunque costretti a sostenere il nostro ruolo prendendone coscienza, riconoscendolo come parte finita dell’infinitudine sconosciuta di noi stessi, senza tentare di sfuggirgli con espedienti vigliacchi e ridicoli. Siamo chiamati a trovare il coraggio di mostrare ciò che siamo davvero.

La Medusa di Morena Oro si ribella all’interpretazione stereotipata del mito che la riguarda, vuol prendere coscienza del proprio ruolo all’interno di quella mitologia e stravolgerlo, sovvertirlo, farlo avanzare verso l’infinitudine delle possibilità ancora sconosciute ai più.

Si oppone alla lettura del mostro orrido confinato nella grotta che grugnisce livore e cogita vendetta tutto il tempo, come se avesse perso completamente ogni connotazione umana a causa delle colpe che le sono state gettate addosso da altri e delle quali deve scontare una pena senza fine.

Questa Medusa sospirante non è che il mostro che ha compassione di se stesso, che si ama profondamente accettando la propria condizione divenuta simulacro della negazione degli altri al cospetto delle proprie deformità interiori.

Essi respingendo, condannando la sua immagine, il suo riflesso, non fanno che negare quella parte di se stessi con cui saranno sempre in lotta, sempre in disamore.

Condannati dunque a non amare mai completamente loro stessi. Noi stessi.

Sospira, Medusa, che ci compatisce, suo malgrado.

L’emozione per la meraviglia di un uomo penetrato fin dentro il suo recesso, per stanarla e sconfiggerla, raggiunge il culmine terribile in un istante, poiché la bellezza e la meraviglia sono sempre terribili. Esigono un prezzo altissimo.

Per questo l’animo molle non può reggere il principio assoluto di Medusa: sfiderai la bellezza a costo di morire? Avrai il coraggio di guardarla negli occhi? Sosterrai il terrore della meraviglia assoluta per esserne trasfigurato?

Perseo non si pone domande. Porta al termine solo un’esecuzione. Non sa nulla del senso mistico dell’amore, del perdersi completamente per trovare il Totalmente Altro.

La stessa esecuzione sommaria e crudele perpetrata da ogni uomo che uccide una donna per non affrontare se stesso, per non perdersi nell’amore che non sa sostenere né affrontare.

In ogni donna uccisa, decollata nel sonno, urla il mostro arbitrariamente giustiziato di Medusa.




Morena Oro vive a Montecassiano, in provincia di Macerata con il marito, il figlio, quattro gatte, miriadi di libri e bambole di cui è collezionista. Da sempre coltiva con costanza e caparbietà la propria vocazione artistica e il proprio estro creativo, frequentando corsi di teatro e leggendo in modo onnivoro di tutto. La sua passione per la parola, per l’arte, sia figurativa che drammatica, per la poesia e per la musica in tutte le sue varianti, ha accompagnato la sua crescita personale, fino a diventare pretesto di approfondimento culturale e oggetto del suo lavoro di conduttrice nelle trasmissioni di Radio Nuova in Blu, nota emittente di Macerata, dove dal 2010 cura e conduce il format radiofonico “Dolce Far Niente”. Recentemente ha avviato altresì il format quotidiano ”La Lettura”, audioracconti e storie varie.

Autrice anche di numerose interviste a tanti protagonisti del panorama artistico e culturale locale e nazionale, Morena è tuttavia soprattutto poetessa, attrice e scrittrice di testi teatrali e performer dei propri lavori compositivi con una modalità espressiva anche fisica che definisce poetico-teatrale.

Conduce laboratori di “Sperimentazione espressiva” finalizzati alla scoperta delle proprie potenzialità comunicative e creative attraverso la dimensione teatrale, compositiva ed espressiva in tutte le varie forme.

Nel 2019 ha esordito alla regia con lo spettacolo “Caba-Zen”, spettacolo di arti varie.

Ha pubblicato diverse silloge poetiche: Anima Nuda (2009), Affetti Collaterali (2011), Autopsia del mio demone (2013), Memorie dell’acqua (2017), Il sospiro di Medusa (2018). 



Il Libro "Il sospiro di Medusa" viene presentato dall'autrice Morena Oro durante la Tavola Rotonda Letteraria Open Air che si tiene, a cura di Auser Treia, presso TAM in Contrada Moje 34 a Treia, il 26 giugno 2021, ore 17.  Disposizioni sanitarie permettendo e nel rispetto delle normative anticovid.

Info logistiche: 348.7255715 - Info sui programmi: 0733/216293


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