giovedì 12 ottobre 2017

Buone notizie marchigiane - Pesaro fa da battistrada per una nuova mobilità sostenibile



Si è tenuta a Pesaro, il 15 e 16 settembre 2017, l'iniziata "Verso gli Stati Generali della Mobilità Nuova", promossa da numerosi soggetti, associazioni e non, che si interessano e promuovono la mobilità sostenibile. Visti i temi trattati, ed il nostro interesse verso la mobilità "dolce", abbiamo pensato di rivolgere alcune domande al giovane Sindaco di Pesaro, Matteo Ricci (43 anni),  in carica dal 2014 e già Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino.



Pesaro ha investito molto in mobilità sostenibile soprattutto ciclabile, con la realizzazione della bicipolitana: quali vantaggi concreti sono stati ottenuti con la creazione di 70 km di piste ciclabili?
La chiave è stata la visione strategica. Quindici anni fa il nostro problema principale era il traffico. La situazione è cambiata perché le amministrazioni che si sono succedute hanno puntato su un collegamento stradale interquartieri ma anche su un sistema integrato di ciclabili. Consideriamo la nostra bicipolitana come infrastruttura del benessere e non come mera sommatoria di ciclabili. Pensata come metropolitana, con tanto di linee. La rete si sta ampliando e arriveremo a cento chilometri nei prossimi anni. I benefici sono su più livelli. Alcuni esempi: quanto vale la bicipolitana in termini di mancato inquinamento, salute, benessere?

Matteo Ricci_Sindaco di Pesaro

Prende sempre più valore l'idea che non basta costruire piste ciclabile ma che sia necessario ridisegnare le città; come è stata ridisegnata dal punto di vista urbanistico la città che amministra?
Intanto le piste ciclabili non vengono considerate arredi urbani, ma sono segnate urbanisticamente. Abbiamo lavorato sulla messa in sicurezza dello spostamento non motorizzato, ottenuta in alcune zone attraverso la moderazione della velocità dei veicoli a motore a 30 o a 20 chilometri all’ora. Ma anche sulle pedonalizzazioni, oltre che sulla costruzione di una rete dedicata e su una diversa narrazione, che fa diventare chi si muove con le proprie gambe il principale interprete della città smart. Più in generale ci sono progetti e azioni concrete messe in campo verso la sostenibilità. Dal trasporto pubblico estivo verso il mare all’alleggerimento dei flussi nelle vie nevralgiche come la statale Adriatica. E questo anche grazie al secondo casello di Santa Veneranda, che sarà realizzato nei prossimi mesi da Autostrade: consentirà un migliore collegamento verso Fano e porterà al rafforzamento delle opere complementari in città, risolvendo le ultime criticità sul traffico. Negli ultimi anni, inoltre, abbiamo riportato a destinazione verde 140 ettari edificabili: il ‘costruire sul costruito’ è una cifra distintiva della nostra politica ambientale.
Il 2017 è l'anno del turismo sostenibile, gli impatti sul territorio dovuti ad elevati flussi turistici cominciano ad essere un problema all'ordine del giorno, il cicloturismo è un'alternativa sostenibile, in quanto gli spostamenti con il mezzo a due ruote sono meno impattanti sull'ambiente. Pesaro non è lontano dalla Riviera Romagnola ad alto impatto turistico, quali sono i progetti per il futuro?
Un pesarese su tre usa la bici e la città è in testa alle classifiche di Legambiente. Finora i pesaresi hanno goduto la bicipolitana, oggi dobbiamo promuoverla turisticamente. Sicuramente vogliamo crescere sul cicloturismo, attrezzando sempre più bike hotel e punti dedicati. Per il futuro il grande progetto è l’arretramento della ferrovia. Con Fano abbiamo messo sul tavolo il tema. Perché Ferrovie dello Stato, nel potenziamento della velocità sulla Bologna-Bari,  sta trovando problemi nel nostro tratto che costeggia il mare. Se l’arretramento avverrà, stiamo ipotizzando un’eco-circonvallazione nel tratto attuale della ferrovia. Dove completare la bicipolitana, abbinandoci uno spazio esclusivamente per il trasporto pubblico elettrico.

Di recente avete ospitato Gli Stati Generali della mobilità, quali suggerimenti sono emersi per implementare la mobilità sostenibile?
Concretamente è stata firmata dai Sindaci e dai rappresentanti delle istituzioni la «Dichiarazione dei diritti del ciclista urbano»,  che punta alla nascita di una rete di città ciclabili italiane. I firmatari si impegnano a stabilire, entro la fine dell’anno, gli obiettivi locali e nazionali per il 2018 e per il triennio successivo. In modo che i princìpi della carta di Pesaro trovino attuazione sui territori. In particolare si specifica nel documento che tutti hanno il diritto di circolare in bicicletta, compresi i bambini, gli anziani e i cittadini con disabilità motoria o sensoriale. E ancora: le città devono dotarsi di una rete di percorsi sicuri e accessibili, realizzati con standard qualitativi elevati. La sede stradale delle ciclabili deve avere un fondo scorrevole e privo di ostacoli. Le intersezioni con la viabilità motorizzata vanno risolte con particolare cura per la completa sicurezza di chi pedala e cammina. La realizzazione di infrastrutture per la ciclabilità deve migliorare l’efficienza complessiva del sistema dei trasporti urbani. Obiettivi su cui gli amministratori concordano e che vanno perseguiti.

Su cosa hanno lavorato i tavoli di lavoro creati specificamente in occasione degli Stati Generali e a quali conclusioni sono giunti?
Sono stati approfonditi temi che coinvolgono i territori e le città, con particolare riferimento alle nuove reti della mobilità dolce, così come le nuove norme in discussione in Parlamento. È stato anche presentato il rapporto Legambiente ‘L’A Bi Ci. Il valore economico della bici nelle regioni’, realizzato con VeloLove e Grab+ e datato settembre 2017. Una ricerca che ha messo in luce come il Pib (Prodotto interno bici) delle regioni italiane - un valore calcolato in termini di fatturato del settore e benefici su spese sanitarie, infrastrutturali e ambientali – valga in tutto tra i 4 e i 6 miliardi all’anno. Una cifra notevole.

La mobilità sostenibile ha varie sfaccettature, tram, mobilità ciclabile, veicoli elettrici, piani per la mobilità sostenibile (PUMS), mobilità pedonale, mobilità condivisa, ecc. Quali sono le leve su cui, secondo la sua esperienza, sarebbe opportuno intervenire?
A mio parere la mobilità alternativa funziona se è più comoda e veloce degli altri mezzi. In generale quindi le scelte vanno fatte sulla base di queste linee guida. Nella nostra città, nello specifico, stiamo ragionando su alcuni punti dove poter prendere la bici elettrica per i tratti più lunghi.

(Fonte: Arpat)

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