lunedì 13 novembre 2023

Treia giorno per giorno nei racconti bioregionali di Paolo D’Arpini


La Fierucola delle Eccellenze Bioregionali dell’8 dicembre 2023, organizzata in collaborazione tra Circolo VV.TT. e Auser Treia, si svolge quest’anno nell’Oratorio di Chiesanuova di Treia, dalle 14.30 alle 19.30. Oltre all’esposizione di varie produzioni bioregionali, da quelle agricole ed artigianali alle espressioni musicali e poetiche, sono previste anche presentazioni di libri di autori locali. Segnalo qui una recensione di Michele Meomartino su uno di questi testi:

Se con “Vita senza tempo”, Paolo D’Arpini, ci ha raccontato, attraverso un fitto scambio epistolare, il suo rapporto con la sua compagna Caterina Regazzi, coautrice del libro, e con “Riciclaggio della memoria” ci ha confidato le sue idee sul mondo e sulla vita, intrise di spiritualità laica e di ecologia profonda, nel suo diario “day by day” “Treia: storie di vita bioregionale”, ha voluto rendere omaggio al paese dove vive, appunto, Treia, sottolineando l’appartenenza a questa comunità di cui si sente cittadino attivo e operoso.

Le storie che vengono narrate nel libro sono il frutto di un’attenta osservazione che  Paolo condivide con tante persone di diversa provenienza e sensibilità.


Esse non sono né banali, né scontate e soprattutto sono scevre da pregiudizi e luoghi comuni. Sono piuttosto un invito alla riflessione e alla formazione di un sano spirito critico, a guardare le cose per quelle che sono al di là di come appaiono.


Questi racconti di vita quotidiana, di storie cosiddette sui bordi o minori, sono un lavoro encomiabile che, di certo, non hanno l’ambizione di catturare il lettore con effetti speciali o di far leva su un’ emotività di superficie. Sono l’invito a soffermarsi sul qui ed ora, a non allontanarsi da sé per inseguire le chimere e gli idoli della modernità.

Paolo non seleziona, scrive tutto, la sua parola è sincera. La cronaca è precisa, attenta ed equilibrata. 

In un mondo mediatico dominato da notizie sensazionalistiche, per non dire catastrofiche, da un vojerismo ruffiano che sa solo suscitare pruriti indecenti, da falsi miti ed “eroi plastificati”, la narrazione nuda e cruda della quotidianità, a cui non fa difetto l’acutezza dell’osservazione e la bellezza della poesia, rappresenta un fatto inusuale che restituisce alla normalità la sua originale dignità.

Una normalità fatta di semplicità e di lentezza, sempre più rare e apprezzate, perché la febbre, che tanto eccita gli animi umani, si nutre di smanie, di protagonismi, di ostentazioni, di rivalità.

Il pregio di questo libro sta proprio nella narrazione della quotidianità, di come anche dalle periferie, da uno dei tanti piccoli paesi della nostra penisola, si possa contribuire a costruire un’etica condivisa, un senso comune di appartenenza, un anelito alla bellezza e alla giustizia, un rispetto per la natura e la sua complessità, tanto più urgenti e necessari, oggi, quanto più si assiste a forme di preoccupante e dilagante individualismo, cinico e superficiale.

Il libro, nel tentativo di restituirci una dimensione interiore in cui il tempo è scandito da ritmi lenti e da un respiro profondo, ci invita soprattutto a sostare e a rallentare i nostri passi.

Ma noi sapremo ancora apprezzare la bellezza di un paesaggio o di un mandorlo in fiore o l’incomparabile architettura dei nostri borghi antichi? Vorrei continuare a sperare, nonostante i tanti segni di disattenzione e di degrado, non solo sociale e ambientale, ma anche e soprattutto etico e culturale.  L’umanità sembra dispersa e forse confusa, fa fatica a ritrovarsi, ma a che serve continuare ad imprecare contro il buio? Piuttosto si avverte l’urgente bisogno di accendere qualche lume. 

Michele Meomartino

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